San Silvestro era un appuntamento fisso di don Giacomo con la mia famiglia. Era un rito: verso le 20.00 con mio padre ascoltava il discorso del Presidente della Repubblica in tv, poi cominciava la cena tra battute, discorsi vari e a mezzanotte: cravattino rosso, fiammella tra le mani e conto alla rovescia e a don Giacomo XXXXXXX con noi.
Cartoline varie dai diversi suoi spostamenti: Salsomaggiore, dove si recava ogni anno per le cure, da Como (cartolina con frasi dei Promessi Sposi, dato il mio nome), da Recanati (luoghi del Leopardi).
La Domenica sera la puntuale telefonata dopo la partita (era juventino). se la Juve aveva vinto, al telefono si tratteneva a parlare con me e tesseva le lodi della squadra, se aveva perso con voce cupa si limitava a dire: "passami Franco (anche mio marito juventino).
Era sempre premuroso verso noi insegnanti della scuola "M. La Sorte" attigua alla chiesa per un po' di tempo. Sempre garbato, educato verrso noi donne, ne ammirava l'eleganza (sobria, a modo, diceva...) le chianava "le mie donne". Soleva, prima della celebrazione di ogni matrimonio salire a scuola per un caffè. Se il matrimonio era "importante" chiedeva un caffè doppio, altrimenti "normale". Poi puntualmente ci offriva i dolcetti e i confetti del matrimonio.
Aveva grande considerazione della donna...(libro piccolo pag. 51 e libro grande pag. 19...da: "Mi piace ricordare un proverbio".....
Lucetta Pica