Oggi avrebbe compiuto 100 anni il nostro caro don Giacomo, uomo di Dio, di alta spiritualità di fede profonda, di grande cultura, di amabile ironia e arguzia. Mi è stato chiesto di parlarvi di lui e lo farò cominciando col dirvi Sarò breve, non più di 5 minuti, ve lo prometto: Sono sicura che adesso il nostro amico in Paradiso stia sorridendo riconoscendo questa frase come l’ inizio di alcune sue prediche: 5 minuti, promessa mai mantenuta perché egli era un vulcano di idee, di parole, di sentimenti che colpivano le nostre menti e il nostro cuore.
Ho avuto la possibilità di leggere le numerosissime omelie, circa 8mila scritte dal 1962 al 2002, frutto di fede viva testimoniata e vissuta quotidianamente, riflessioni profonde che ho sempre definito PERLE DI FEDE E DI SAGGEZZA. I suoi scritti mi furono affidati nel 2002 da don Fabio Pallotta perché le ordinassi e le custodissi nell’ archivio parrocchiale che stavo costruendo. : Nel 2014, dopo avere letto con piacere tutti gli scritti, quaderni, appunti, note, proposi al periodico cittadino la Piazza la pubblicazione di alcuni brani, quelli che meglio rappresentavano lo scrittore per la immediatezza e il contenuto dei messaggi e perché di facile e piacevole lettura. La Redazione approvò con entusiasmo la mia idea e così nacque il libretto bianco che molti di voi posseggono e che fu distribuito gratuitamente. Vi assicuro che la scelta dei brani non fu facile perché non ci sono omelie uguali anche se riferite alla stessa festività. E questo è un altro merito di don Giacomo: NON AVER MAI RIPETUTO PEDISSEQUAMENTE, PASSIVAMENTE LE PAROLE DELLE SACRE SCRITTURE già ascoltate dai fedeli durante la Messa, ma aver saputo trarre dalle parole, idee, insegnamenti di vita e profonda comprensione dei brani ascoltati.
Ho scritto di Don Giacomo e per don Giacomo ed ho ripetuto più volte che leggendo i suoi scritti mi è sembrato di MEDITARE E DI PREGARE con lui tante volte e SOPRATTUTTO DI AVERE ACCANTO UN AMICO che mi consigliava su come accettare dolori, malattie, vecchiaia, solitudine, sconfitte. Ricordo le sue parole commoventi quando ammalato e visibilmente sofferente, a chi gli chiedeva cosa fare per alleviare i suoi dolori, egli rispondeva Va bene così! Voglio concludere con una sua espressione : Che cos’ è il Paradiso? Uno smemorarsi in Dio. Il Paradiso è per noi. C’è un posto anche per noi: se restasse vuoto, toglieremmo qualcosa alla felicità di Dio. Maria ianua coeli, porta che conduce al Paradiso. Quando arriveremo in Paradiso io penso che avremo tre sorprese: la prima: dove sono tutte quelle persone che sulla terra ritenevo sante e destinate al paradiso? La seconda: misericordia! Come hanno fatto ad arrivare quassù tante facce sospette? La terza: uhè ci sono anch’ io! NESSUNO ARRIVA IN PARADISO CON GLI OCCHI ASCIUTTI.