Tutti i Guanelliani del mondo sanno che San Giuseppe è di casa fra noi.
La nostra storia e buona parte della letteratura guanelliana sono segnate dalla presenza dello Sposo di Maria, padre di Gesù secondo la legge.
Don Guanella era solidamente radicato e affascinato dall’idea della custodia premurosa di San Giuseppe nelle sue vicissitudini personali e ne promosse la devozione fin dagli inizi della fondazione.
Naturalmente la predominanza di San Giuseppe va letta in un contesto globale di vita e di pensiero, altrimenti rischia di apparire come un fungo nell’esperienza del fondatore e come un’appendice nella nostra.
Tutto parte, in don Luigi, dalla straordinaria forza che ha nella sua vita il mistero del Natale, l’Incarnazione del Signore, punto cardine della sua visione teologica eppure stranamente poco sviluppato nella nostra riflessione.
Le citazioni del Fondatore sul mistero di Betlemme e sull’icona della Sacra Famiglia sono innumerabili e giocano un ruolo ispirativo: Giuseppe è l’uomo che obbedisce a una parola, fidandosi più di quella che delle sue evidenze; con sollecitudine porta avanti il suo compito ed ha il privilegio di morire fra le braccia delle creature più amate, così che la morte non è la dura falce che tutto strappa, ma la sorella che accompagna e apre la porta del cielo.
Ne deriva un disegno stimolante per sé e per i suoi: abbracciare la propria missione nell’obbedienza alla voce del Padre, prendendosi cura di Gesù e delle sue cose per tutta la durata dei propri giorni, appoggiati a Maria, la migliore delle creature, che rende bella la nostra vita, fino a quando verrà la morte, per riportarci al Padre.
Fare da padre e fare da madre era ed è tutta la missione dei guanelliani, così che Maria e Giuseppe diventano prototipi di questo impegno di vita e si impongono non solo tra le nostre devozioni, ma soprattutto nel nostro progetto di vita. C’è l’idea di una custodia affidataria della quale rispondiamo, i poveri che non sono nostri e che ci diventano cari come se lo fossero, come se li avessimo partoriti. In un ‘Opera dove la preghiera e il lavoro sono gli strumenti cardine di santicazione e di apostolato, il riferimento al santo del raccoglimento e del lavoro domestico è scontato.
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padre Fabio Pallotta, guanelliano
Santiago de Compostela, 19 marzo 2020
150º della proclamazione di san Giuseppe a Patrono della Chiesa