COMINCIANDO DA COMO - DON GUANELLA E LA FAMIGLIA GUANELLIANA OGGI
La preoccupazione per le origini
di don Fabio Pallotta, guanelliano
La nostra letteratura ha soddisfatto a più ondate le due istanze che premevano maggiormente: quella storica e quella teologica. Premevano perché quando si è sotto la spinta dei Processi in ordine alla santità bisogna rispondere ad essi: anzitutto chi è stato colui che si propone per la gloria degli altari e poi in che modo quella speciale avventura umana è stata segnata dalla grazia.
Il primo secolo di nostra vita ci ha visto soprattutto attenti, negli studi, a cogliere e custodire la ‘memoria’ del Fondatore, con l’occhio essenzialmente rivolto al passato. Se si esclude -e non del tutto, perché anche lì si è trattato di scavo storico- il grande lavoro fatto nelle due Congregazioni per i nuovi testi costituzionali, la riflessione finora condotta ci ha portati sul versante della storia.
Don Guanella stesso ebbe sempre a cuore la trasmissione delle ‘origini’ e attraverso il periodico della Casa Madre, ‘La Divina Provvidenza’, riusciva mensilmente a mettere a fuoco per i suoi figli e le sue figlie, oltre che per benefattori e amici, il senso di quello che era capitato e che capitava, perché fosse sempre rintracciabile il filo della Provvidenza. Prova eloquente di questa volontà di consegna sono soprattutto i due testi davvero ispirati del ‘Regolamento’ del 1910 per i Servi della Carità e del 1911 per le Figlie di Santa Maria della Provvidenza: una sintesi, con tutti i crismi della sintesi, comprensiva dei nodi.
Ancora vivente il Fondatore, era già presente nei suoi figli la preoccupazione di raccogliere memorie e registrarle. Già nel 1906 don Cugnasca, allora neppure trentenne, pubblicò i ‘Brevi cenni sulle Opere della Divina Provvidenza fondate da don Luigi Guanella’. Successivamente negli anni 1911-1912, ricorrendo i 25 anni dalla partenza della barchetta di Pianello e dalla Fondazione della Casa Madre, si pensava ad un numero unico e don Luigi dettò degli ‘Appunti sulla storia della Casa di Provvidenza’ che, essendo scritti a forma di ‘Bozzetti’ così furono nominati nella nostra letteratura inedita. Nel penultimo inverno di sua vita, poi, va collocata la preziosissima autobiografia ‘Le vie della Provvidenza’, di cui purtroppo si è fatta solo nel 1988 un’edizione a scopo divulgativo; testo di fondamento a cui don Mazzucchi e tutti i biografi attinsero per la stesura delle loro monografie; uno scritto di rara e scarna bellezza, che andrebbe ripreso e ricollocato nella sua importanza. Ultimi, e comunque preziosi, i ricordi estemporanei che don Mazzucchi raccolse in momenti di confidenze, ai quali diede nome di ‘Fragmenta vitae et dictorum sacerdotis Aloysii Guanella’ che vanno dal 1912 al 1915, anch’essi finora inediti.
Non mancò il contributo che venne sempre da Mazzucchi col Charitas, bollettino interno alla Congregazione maschile nato col Natale 1922 e curato quasi sempre in prima persona dal primo fedele e attento custode delle memorie guanelliane. Una miniera.
Interessante anche il lavoro dei Processi informativi e apostolici in ordine alla Causa di santità per don Guanella: testimoni e testimonianze che arricchivano un quadro già abbastanza delineato. Sarebbe davvero utile una pubblicazione di quei testi per dare a tutti i membri dell’orbe guanelliano un’idea del lavoro fatto dalle due Famiglie religiose di don Guanella attraverso la Postulazione della Causa. In essi non si dovrà mettere l’accento su ciò che i testimoni dicono -pochissime le novità- ma su quanto essi ripetono, a ritornello, perché lì c’è la chiave dell’uomo e della sua vicenda.
In questi anni si è anche attinto a piene mani dall’Epistolario guanelliano, quale fonte di memorie; ma andrebbe fatto discorso a parte su questa eccezionale risorsa perché pubblicata integralmente darebbe -per la prima volta- l’idea della personalità di don Guanella senza mediazioni e selezioni, quasi don Guanella al telefono, vivo, immediato. Questo materiale ampio, specie nei carteggi con Confratelli e Consorelle, aprirebbe un discorso utile sui temi del governo, della formazione e della vita fraterna, oltre che sui voti, sull’amministrazione, sulla preghiera, sul mondo delle relazioni: utile perché è ‘nella lingua materna’, cioè dalla bocca viva del Fondatore, nel suo stile, col tratto tipico che i nostri padri avevano appreso e che ci hanno trasmesso, come hanno potuto, non senza interferenze e aggiustamenti. Se in questi anni la considerevole attività editoriale del Centro Studi, polarizzata soprattutto sull’Opera Omnia e sui Saggi Storici, ci ha illuminato meglio su quello che nel nostro linguaggio chiamiamo ‘carisma’, a mio avviso l’Epistolario ci aiuterebbe di più a capire quello che comunemente chiamiamo ‘spirito’ del Fondatore. Quanta confusione sull’uso di questi termini appare anche nella nostra letteratura!
Anche le biografie di don Guanella -non serve citarle- hanno assolto a questo compito di perlustrazione del passato e di ‘traditio’; da don Mazzucchi in poi, tuttavia, essendo la santità di don Guanella al vaglio della Chiesa, tutta l’agiografia a suo riguardo risente di censura e di scelte spesso mirate. Tanto da farci sospirare qualcosa di nuovo che sia storicamente pregnante e un po’ più libero da catene condizionanti; non vi sono riusciti molto gli ultimi tentativi, sebbene lodevoli. Emerge ancora un profilo alquanto ingessato del Fondatore; quasi un santo con l’impermeabile, ancora troppo lontano dal reale e forse anche dai desideri di Dio, oltre che strano agli occhi di don Luigi stesso: i dati del quadro ci sono sì, quasi tutti, ma il collante e la cornice non danno l’idea e il risalto dell’uomo vivo.
Sarebbe ora di smetterla con la pubblicazione di biografie melense che partono dalla solita trita prospettiva: eccovi il numero uno della pedagogia, della sociologia, della spiritualità; questo non rende onore a don Guanella e neppure a noi. Ogni tanto affiora anche la diabolica tentazione di offrire ‘Quadri di riferimento’, ‘Sintesi’, quasi un compendio della personalità e del pensiero del Fondatore. Nulla di più grave per chi un po’ conosce don Guanella e sa leggere nel suo cammino il principio di ‘realtà’ come la chiave che tutto spiega, per cui cambia, si adatta, torna indietro, rielabora, smussa… Sintesi di cosa? Di chi? Come si può sintetizzare l’acqua che va?
Forse la canonizzazione ci regalerà la giusta ispirazione per qualcosa di altro.
C’è un’altra preoccupazione.
Bisogna restringere la lettura del Fondatore alla sola biografia e quella del Carisma allo sviluppo di quei pochi anni? E’ solo al passato che va letta quell’avventura di grazia? Siamo chiamati ad essere solo nostalgici custodi di memorie o il Signore ci chiede anche di scrutare l’aurora? E quando parliamo di carisma parliamo di una cosa viva, che cresce con noi, o la testa è sempre volta indietro a disseppellire reperti?
Continua
COMINCIANDO...La preoccupazione per le origini (1)
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COMINCIANDO...Don Guanella è l’iniziatore della Casa ‘Madre’ di tutte le Case (4)
COMINCIANDO...Don Guanella è maestro di santità (5)
COMINCIANDO...Don Guanella è il padre dell’accoglienza (6)
COMINCIANDO...Cominciando da Como – Tornando a Como (7)