Dal Commento alle Antifone “O”,
di Reinerius di Liegi, monaco (1130-1188)
Prima del giorno solenne del Natale di Cristo, noi osserviamo i nove giorni più vicini con manifestazioni di gioia, ci sentiamo sollevati nell’animo come all’aurora rosseggiante di un nuovo giorno, e particolarmente nell’ora della preghiera vespertina, siamo trasportati in alto dalla riconoscenza che proviamo, mentre celebriamo il Vespro con maggiore splendore e solennità di preghiere.
Secondo la stessa osservanza, procediamo per tutti i nove giorni, ed è a noi evidente che in essi sono raffigurati i nove mesi, nei quali il Dio uomo volle essere contenuto nella segreta stanza di un utero verginale: causa o ragione ben degna di venerazione da parte di tutti. Chi, infatti, anche solo col pensiero, potrebbe comprendere come, nell’utero di una donna, Dio si sia unito all’uomo in un’unica persona?
Riguardo poi al fatto che diamo a un giorno il valore di un mese, contraendo i nove mesi in nove giorni, la contrazione del tempo è scelta razionale e sensata, per impedire che la gioia di questa celebrazione sia interrotta dal frapporsi di qualche festa o la devozione si raffreddi, una volta presa dalla noia, facile alla debolezza umana; e per ottenere invece che la devozione, rafforzata dal continuo fervore, sia, in quanto più breve, tanto più pura e perciò più accetta alla suprema dignità.
Partecipiamo, dunque, numerosi, nell’ora del Vespro, con salmi e inni; e anticipiamo con una letizia nuova le gioie della solennità ormai vicina, e andiamo incontro, con conveniente ossequio di sudditi, al nostro Re che avanza.
La pienezza delle sue grazie, la esprimono proprio le nove antifone, con la splendida bellezza delle parole e la carezzevole dolcezza della melodia, composta con cura e decoro; sono le antifone che il coro della Chiesa canta nella celebrazione, in lode del Re e della Regina sua madre, esprimendo il suo affetto con la voce e il canto.
Non senza ragione, le nove antifone sono unite al Cantico della Vergine, poiché questa celebrazione la dedichiamo sia alla Madre che al Figlio, e con certezza affermiamo che la perfezione dei carismi, sovrabbondante nel Figlio, fu totalmente presente nella Madre.
(Patrologia Latina – Migne, vol. 204)
Nel XII secolo, la preparazione liturgica al Natale (nella chiesa a cui Reinerius apparteneva) andava dal 15 al 23 dicembre.