Parrocchia Sant'Antonio di ALBEROBELLO

La Bibbia ci presenta il peccato sotto una triplice visuale: - È infedeltà a Dio, il rifiuto di comunione con lui. Dio ci ama come uno sposo. Con il peccato rifiutiamo l’amore a Dio per donarlo a qualcosa d’altro, il nostro idolo: pecchiamo di adulterio verso Dio-sposo.

- È il rifiuto del fratello. Il peccato è una forza disgregatrice della comunità. Ogni peccato offende i fratelli e incrina la comunione nella Chiesa. - È un fallimento, con il peccato distruggiamo noi stessi. Noi siamo assetati di valori autentici, di bene, di felicità, di Dio; l’uomo caduto nel peccato deve confessare: Io qui muoio di fame (Lc 15,17). E lontano da Dio, cade sotto la schiavitù di un padrone (Lc 15,15).

Dobbiamo renderci conto che ogni mancanza è sempre rifiuto di comunione con Dio e con i fratelli, e fallimento per noi stessi. Non è peccato solo il fare il male, ma anche il non fare il bene. Il non amare quanto potremmo, è già peccato. Il più grande comandamento non è non fare il male, ma ama con tutto il cuore.

Il figlio della parabola decise di tornare dal padre quando si rese conto della sua situazione: Io qui muoio di fame! (Lc 15,17). Anche noi dobbiamo renderci conto della situazione in cui siamo: è il primo passo per intraprendere un cammino di conversione, di ritorno al Padre. Gesù cominciò la sua predicazione dicendo: Convertitevi e credete nel Vangelo (Mc 1,15). Convertirsi significa accorgersi di aver sbagliato strada, tornare indietro e imboccare la strada giusta: Cristo.

La conversione è dono di Dio che ci fa nuovi dentro, perché abbiamo una condotta di vita nuova. Alla base di ogni conversione e vita nuova sta la scoperta che Dio è misericordia, cioè è fedele a se stesso e a noi.                  

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