DINA BOSATTA nasce a Pianello Lario da Alessandro Bosatta e da Rosa Mazzucchi il 27 maggio 1858 . E’ l’ultima di 11 figli: 6 maschi e 5 femmine. E’ affidata alle cure della sorella Marcellina, 11 anni più grande di lei. Famiglia buona, onesta, religiosa, esemplare. La volontà di far progredire lo stile di vita, e dato che l’industria della seta non rendeva a sufficienza per i bisogni della numerosa famiglia, porta anche nella casa Bosatta la strada della immigrazione. E’ vivo in quel tempo il richiamo forte a immigrare in America in cerca di fortuna e i Bosatta partono per l’Argentina: nel 1861 i figli Luigi e Sofia, nel 1870 Adelaide, Bartolomeo, Antonio, Carisio e alla fine anche Tranquillo, il maggiore.
Sotto la guida della sorella Marcellina Dina cresce con particolare attenzione alla preghiera e alla vita sacramentale. Dal 31 agosto 1871 alla fine del luglio 1877 Dina fa esperienza tra le Canossiane di Gravedona; nonostante si trovasse ottimamente, dopo i mesi di prova come propedeutica alla vita religiosa, non viene ammessa al noviziato. Motivazioni varie: carattere timido e riservato, paura che potesse cadere in situazioni di scrupolosità, ritrosia e difficoltà a stare con le ragazze in oratorio, mancanza di dote (come motivo secondario). Tanta tristezza e amarezza per Dina di fronte a questa decisione inattesa.
Dina ritorna a Pianello, accetta con grande difficoltà di entrare nell’Ospizio di Camlago, accetta di far parte della Fondazione delle Figlie di Maria SS. Immacolata e in seguito del Terz’ordine Francescano (3 agosto 1878). Alla morte di don Coppini (1 luglio 1881) subentra don Guanella che porta avanti l’opera del predecessore, prende la responsabilità del gruppo di consacrate e pian piano avvia le pratiche per la fondazione del suo Istituto femminile. Nel 1883 Dina si affida definitivamente a don Guanella per l’accompagnamento spirituale in occasione degli Esercizi spirituali su Santa Teresa.
Quattro sole obbedienze nella vita di suor Chiara, così chiamata quando fa la Professione religiosa: Camlago nell’ospizio come vice responsabile, maestra a Dongo, ad Ardenno per pochi mesi e poi direttrice a Como, dove appunto la sua vita si fa dono a Dio nel servizio dei malati in quel rigidissimo autunno del 1886.
Muore a Pianello il 20 aprile 1887 alle sei del pomeriggio.
Nell’ultima visita che don Guanella aveva fatto a Don Bosco (fine gennaio 1887) aveva raccomandato al santo sacerdote la malattia di suor Chiara, don Bosco avrebbe detto, benedicendolo: “Se o quando pensa di aprire la prima casa per allargare la sua istituzione, la suora più buona che ha sarà il fondamento di quella casa”.