Partecipazione attiva all'Eucaristia. Gesù vuole entrare in comunione con noi, per renderci capaci di amore, di donarci come lui. È una comunicazione di vita! La vita di Cristo si comunica alla nostra vita: ecco l’Eucaristia. Altro che rito noioso e sganciato dalla vita. È la nostra mancanza di comprensione che rende l’Eucaristia estranea alla vita e la vita estranea all’Eucaristia. Ma appena cominciamo a comprendere quello che Gesù ha voluto fare, lasciandoci questo dono, ci accorgiamo che nulla è più vitale e più incarnato nella nostra vita, dell’Eucaristia.
La vita di Gesù non è stata un'esistenza sulle nuvole, ma ben radicata nella storia, in una totale solidarietà con le gioie e le fatiche degli uomini e vissuta interamente nel dono di sé. Questa sua vita si comunica alla nostra vita, quando partecipiamo attivamente all’Eucaristia. La vita di Gesù è stata concreta e vissuta nell'amore come la nostra, senza intervalli di egoismo, di chiusure, di ombra di male. Questo ci fa nascere il desiderio di seguirlo, imitarlo. Solo l’Eucaristia soddisfa il nostro desiderio: "Prendete e mangiate. Ecco la mia vita, capace di nutrire e trasformare la vostra vita. Senza di me, non potete far nulla, ma rimanendo in me, porterete anche voi i frutti di amore fino a dare la vita".
E’ quindi fondamentale chiedersi: come partecipare all’Eucaristia in modo da portare frutto? Nel Concilio Ecumenico Vaticano II e precisamente nella Costituzione sulla Liturgia risuona l’espressione: partecipazione attiva. "La Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede – l’Eucaristia – ma che, con una comprensione piena dei riti e delle preghiere, partecipino consapevolmente, piamente e attivamente... e imparino a offrire se stessi, in Cristo e per mezzo di Cristo, a Dio... e di giorno in giorno siano perfezionati nella comunione con Dio e tra di loro...". (n. 48 S.C.)
Che non significa solo, reagire alla sonnolenza durante la celebrazione, ma: cantare con convinzione, pregare insieme a tutti gli altri, alzarsi e sedersi al momento giusto, rispondere ai dialoghi con chi presiede, rendersi disponibili a leggere la Parola di Dio, cercare di essere attenti allo svolgersi della celebrazione ... Ma fermarsi qui, significherebbe azzerare la partecipazione attiva, così come l’ha intesa il Concilio. Tutto, va vissuto con lo scopo di imparare a offrire se stessi al Padre, in modo consapevole, per mezzo di Cristo, e venire così rivestiti di amore e di comunione... In altre parole, partecipare attivamente... significa andare all’Eucaristia con la propria vita aperta ad accogliere il dono della vita di Cristo. È una grazia, certamente, ma è anche un atto consapevole che esige impegno e concretezza.
(continua)