Nell’Eucaristia c'è il mistero della vita di Gesù. La sublime verità è: l'Eucaristia è l’incontro reale e la profonda comunione tra la vita di Gesù e la nostra vita. È il momento in cui si realizza l’incontro vitale: la vita di Gesù si comunica alla nostra vita per ricolmarla del suo Santo Spirito e trasformarla in dono. Intuire questo, significa comprendere l'essenziale dell’Eucaristia.
Gesù Cristo ha condiviso la nostra esistenza umana in tutti i suoi risvolti – tranne il peccato – di crescita, di relazioni, gioie, lavoro, delusioni, tentazioni, angosce, morte... Senza scordare però, che quella umanità è l'umanità del Figlio di Dio che ha vissuto ogni istante, ogni situazione della sua esistenza nel dono di se stesso, cioè nell'amore. Non a caso gli avversari di Gesù non hanno potuto mai fare leva su un'ombra sola di peccato per accusare Gesù!
Ma anche i trent'anni precedenti il ministero pubblico sono stati vissuti così da Gesù: all'insegna del dono. Mentre lavorava come falegname o mangiava con Giuseppe e Maria, mentre pregava in sinagoga o da solo, mentre consegnava i lavori ai paesani di Nazareth. In ogni giorno, in ogni ora la vita di Gesù è stata amore.
Questo atteggiamento non è venuto meno nel momento in cui Gesù ha cominciato a essere mal visto, odiato, rifiutato... dalle autorità giudaiche. Anzi, si è espresso nel modo più intenso e totale proprio al momento della condanna. Gesù morì crocifisso, invocando il perdono... amore fino all'estremo, per i suoi nemici.
Quando Gesù, poche ore prima di essere arrestato e condannato, nell’Ultima Cena, istituisce l'Eucaristia, in quei segni molto semplici e in quelle poche parole, lascia un tesoro che non potrà mai essere adeguatamente spiegato. Infatti consegna interamente se stesso, tutta la sua vita donata per amore e offerta anche nel momento della morte violenta. Questa vita, annientata dalla morte, risuscitata dal Padre diventa, ad ogni Eucaristia, pane vivo per la nostra vita, capace di trasformare noi in dono d'amore.
Ecco le parole pronunciate da Gesù, nella notte in cui fu tradito: "Prendete e mangiatene …". "Prendete, e bevetene tutti: questo è il calice del mio sangue … Fate questo in memoria di me...".
"Le parole pronunciate e i gesti compiuti da Gesù nell'ultima cena riassumono tutta la sua vita e sono al tempo stesso l'interpretazione anticipata della sua morte. Con questo suo testamento Gesù lascia se stesso per continuare a rimanere presente in mezzo ai suoi e per i suoi. Il corpo indica tutta l'esistenza umana corporea; il sangue va similmente concepito in maniera complessiva come vita. Pertanto Gesù dice con le sue parole: questo sono io nel mio libero offrirmi e nella dedizione della mia vita per voi e per tutti" (W. Kasper). (continua)