Se in questi ultimi decenni tanti battezzati hanno allentato o addirittura interrotto la partecipazione all’Eucaristia è anche perché non sono stati aiutati a percepire e a sperimentare il legame vitale tra la Messa e la loro vita di tutti giorni. Che cosa c'entra quel "rito" della domenica con i problemi scottanti che mi trovo tra le mani nei giorni feriali? Forse non tutti sono giunti a formulare in modo così netto la questione, ma di fatto la sensazione di una estraneità tra l'Eucaristia e la vita ha finito per avere il sopravvento, portandoli a un triste abbandono. Una grave responsabilità per tutti, in particolare per noi pastori chiamati a servire la fede, cioè ad aiutare le persone a comprendere che il Vangelo (di cui l'Eucaristia è la meravigliosa sintesi celebrata) è qualcosa di bello e di vitale esattamente per la vita.
C'è anche chi va a messa ogni domenica, e magari nei giorni feriali..., ma non è abituato a collegare la sua vita all’Eucaristia e l’Eucaristia alla vita. Vita ed Eucaristia procedono ognuna per la loro strada ed è una fortuna se in qualche occasione le due strade si incrociano. Non sono sempre calunnie certe accuse verso chi va spesso all’Eucaristia ma smentisce poi l'Eucaristia con la vita: “se prendesse qualche Messa in meno, ma fosse più onesto...". Alcuni anni fa, in un'intervista all’arcivescovo di Firenze, un giornalista chiese: "Eccellenza, qual è la percentuale di chi frequenta la Messa domenicale nella sua diocesi?”. Mons. Benelli rispose con vera saggezza:" La mia preoccupazione non è tanto sulla percentuale dei partecipanti, quanto sulla qualità della partecipazione di chi viene ancora a Messa la domenica”.È proprio qui il nocciolo del problema: la Messa trasforma la nostra vita? Trasforma le nostre famiglie, le nostre comunità parrocchiali? Mettiamo pure in conto che non saremo mai totalmente coerenti con l'Eucaristia, ma coltiviamo il desiderio di diventarlo nella fiducia che il segreto della riuscita sta nell’Eucaristia stessa. Diversamente la vetta di tutta la preghiera della chiesa si trasforma in vetta di ipocrisia.
C'è un'altra constatazione da fare e la possiamo esprimere con una domanda: perché oggi, a livello di mentalità diffusa c'è poca stima e poco amore per la “quotidianità”? Cioè, per la vita feriale, fatta di azioni e di impegni ordinari che esigono dedizione e costanza, senza aureole di riconoscimenti esaltanti. Non si rischia di vivere sempre sbilanciati verso il week-end, verso le ferie, verso quel viaggio..., o comunque, sotto il miraggio di qualche nuovo pro-dotto della pubblicità... che rendono “sopportabile” il quotidiano? E se si scoprisse invece che le ore dei giorni feriali sono piene di significato e quanto mai degne di un uomo, di una donna anche oggi?
Tre constatazione che ci mostrano l'urgenza di riflettere sul legame vitale tra l'Eucaristia e la vita quotidiana. (continua)