SIAMO CERCATORI DI FELICITÀ, appassionati e mai sazi. Questa inquietudine ci accomuna tutti. Sembra quasi che sia la dimensione più forte e consistente dell’esistenza, il punto di incontro e di convergenza delle differenze. Non può essere che così: è la nostra vita quotidiana il luogo da cui sale la sete di felicità. Nasce con il primo anelito di vita e si spegne con l’ultimo. Nel cammino tra la nascita e la morte, siamo tutti cercatori di felicità.
… quale felicità cerchiamo? come la cerchiamo? … e gli altri, … che posto hanno?
Qualcuno ha accusato la tradizione cristiana di opporsi alla voglia di felicità, … Qualche volta è stato contestato ai credenti in Cristo, l’eccessivo prezzo da pagare per assicurarsi la felicità, … Qualcuno è arrivato alla decisione di dover liberare l’uomo da Dio per restituirgli il diritto alla felicità. Le provocazioni ci sfidano e ci aiutano a pensare, facendoci riscoprire alla radice dell’esperienza cristiana la figura di Gesù, che ci ha offerto il volto di un Dio amante della vita e della felicità dell’uomo. Peraltro, le crisi nel rapporto tra vita e felicità non riguardano solo noi cristiani. Chiunque ama la vita e cerca la gioia duratura per sé e per gli altri, non riuscirà certamente ad accontentarsi di proposte che legano la felicità unicamente al possesso, alla conquista, al potere, al solo piacere, all’egoismo personale o di gruppo … La vita è bella nonostante tutte le prove e le disavventure, perché esistiamo e sperimentiamo l’amore.
Conferenza Episcopale Italiana