Il Fondamento, Catechismo per le anime che aspirano a perfezione, è un testo che si colloca ai primordi della sua esperienza di fondatore. È un commento al Compendio della dottrina cristiana in forma di catechismo del vescovo Pietro Carsana ad uso della diocesi di Como, promulgato nel 1875. Don Guanella lo dedica alle giovani che avevano abbracciato una vita di perfezione. Parroco a Pianello Lario (alto lago di Como) dal novembre 1881, egli aveva cominciato a seguire una piccola comunità fondata dal predecessore don Carlo Coppini (1827-1881), che fu il nucleo originario della congregazione femminile. Il testo si può quindi considerare la prima guida spirituale per le suore guanelliane ma anche per ogni cristiano che aspiri a perfezione, ed uscì nel 1885 a Milano.
Della carità
1. Filotea, considera ed ammira. L'erbette e le acque nel loro linguaggio vanno ripetendo: "Dio quanto è buono!". E tu, Filotea, che fosti creata ad immagine di Dio, tu che fosti abbellita di grazia tanta, tu che dici al tuo Signore?
2. Caterina da Siena, afflitta da gravissimi mali, pareva morire ormai. Ma in udirsi ripetere il nome del Signore ovvero in compiere un'opera di gloria a Dio, Caterina si rianimava tutta. Che buona cosa è amare il Signore!
3. L'anima nostra ama il Signore che non vede. Il prossimo che ne circonda è un popolo misero, ma perché è immagine di Dio, noi tripudiamo nella società dei fratelli nostri.
4. E se fra il prossimo c’é ne uno più difettoso o nei sensi del corpo ovvero nelle facoltà dell'anima, questi ci è più caro. Filotea, non è vero che il cuor ti dice: "Per salvare un'anima sosterrei le prigionie, per salvare un'anima darei la vita"? Ama, anima diletta, e tu sarai beata.
5. Cuor mio, ripetilo ad ogni ora del dì: "Vi amo, mio Dio", e in dirlo brama di effonderti tranquillamente, come l'olio di quella lampada che si strugge dinanzi al tabernacolo del tuo sacramentato Signore.
6. Filotea, l'ami tu il Signore? Scorgi se di Dio ne eseguisci i comandi, se ne compi i doveri, se di lui ne studi il volere santissimo.
7. Son dieci i Comandamenti del Signore. Iddio buono li manifestò dal monte Sinai e poi dal Calvario. Filotea, tu in ascoltare la voce del diletto tuo sia come Maria e come Giovanni, che di tenerezza immensa si sentiva liquefare il cuore.
8. Santa Chiesa, che è la sposa di Gesù salvatore e Madre tua, ella vive ai piedi della croce, e dalle labbra di Gesù morente riceve il testamento dell'amor di Dio. Filotea, tu hai un superiore che ti guida. Onoralo il superiore tuo. Egli è unito al vescovo, e per il vescovo al pontefice. Per il canale del pontefice poi è congiunto a Dio. Felicità! Chi ascolta il superiore, ascolta Dio medesimo.
9. Sono cinque principalmente i precetti che la Chiesa estende a tutti. Quanto a te, di una Madre santa ed immacolata studiane non solo i comandi espressi, ma anche le inclinazioni più minute per piacerle più perfettamente.
10. Intanto il dover tuo è compiere esattamente gli obblighi del tuo stato. Che gli importava a Dio che Adamo ed Eva non mangiassero di ogni frutto? Ma ne escluse una parte a provare la loro fedeltà. Che gli importa a Dio che tu o scopi la casa o che ammaestri nella chiesa? Ma vuol vedere se gli sei obbediente.
11. Che farai tu intanto? Raccomandati a buone compagne, le virtù cardinali, e per mezzo di esse mira Iddio in ogni azione della vita tua.
12. Quelle compagne virtuose si chiamano della prudenza, che ci fa vedere il giusto mezzo; della giustizia, che ci fa rendere altrui il dovutogli; della fortezza, che ci fa superare gli ostacoli nella via; della temperanza, che dice: "Non ti rallegrar troppo nei casi prosperi, non rattristarti soverchio negli avversi".
Della santa Messa
1. Nella santa Messa, a fin di continuare il sacrificio della croce, Gesù si offre al Padre eterno. Ora come è che tu ancora non ti consacri interamente al servizio di Dio?
2. Non ti riserbare nessun affetto. Alla santa Messa accompagnati quasi vittima che tutta si offra a Dio. Intenderai quanto Dio è buono e come è misericordioso in perdonare, in conceder grazie, in ricevere dichiarazioni d'affetto. Gesù Cristo è lui che nella santa Messa ti accompagna al Padre per ottenere ogni gran bene.
3. Gesù Cristo è il vero Figlio di Dio e di Maria. Egli è infinito nella bontà, e si comunica tutto nel corpo, nell'anima, nella divinità santissima. E tu che pure sei così meschina, tu, dico, al pareggio di tanta generosità, sei scarsa in donare a Dio il tuo affetto!
4. Gesù Cristo a tutte le ore del giorno si [46]offre all'Eterno in più luoghi della terra. E tu, o Filotea? Tu, con l'affetto di Maria e con la contrizione della Maddalena, statti quale angelo di pietà che con desiderio ineffabile desidera assistere a tutte le Messe nel mondo, e intanto ascolta di presenza tutte quelle che ti è possibile.
5. Non vedi com'è inaridito il cuor tuo quando nel mattino di un giorno non può udire la santa Messa? A principio di ogni dì prega: "Datemi, o Signore, il pane dell'anima mia", e non badare ai disagi per ottenerlo.
6. Filotea, in andare alla chiesa per la santa Messa, fa di avere l'ali del fervore ai piedi, ed entrata nel luogo santo poniti ginocchione e rimanti dal principio alla fine in brame di affetto, in lacrime di compunzione. Statti come in un Calvario santo e come in anticamera del paradiso beato.
7. In assistere alla santa Messa in ogni dì, fa che Dio ti conceda tanto lume alla mente, tanto ardore al cuore da compiere abbondantemente in quel giorno tutti quei buoni uffici che Dio vuole da te. Da ‘Il Fondamento’di don Luigi Guanella